martedì 7 aprile 2015

09*SON QUI

Qualcuno se lo ricorderà, qualcuno in età, che si rispondeva così, tempo fa, son qui. Bene: eccomi, son qui. Già, perché certe cose non quadrano e quando le cose non quadrano significa che circolano, e non è solo un gioco di parole. Il blog ufficiale di Stati Della Scuola, questo, relitto e obsoleto, non letto ma linkabile, fu il primo cubetto di ghiaccio galleggiante dopo l'assemblea di tre anni fa a Palazzo delle Aquile/Palermo. A seguire fu aperto un gruppo su Facebook con un amministratore (lo scrivente) e diversi co-amministratori con libertà di sparare a volontà, ad averci voglia, tempo e capacità. Qualcuno (chi?) lo sta facendo da tempo, ma ha eliminato gli altri. Nel sonno. Per cui lo spazio condiviso, cosiddetto, di Facebook ha in realtà un amministratore/trice unico/a che fa e disfa a piacimento e, ho il sospetto, non rappresenta altri che se stesso/a, pur mandando avanti la baracca. Insomma, pur esistendo e resistendo: il logo tricolore non rappresenta una comunità ma le dà voce, esattamente quello che fa Renzi dell'Italia. Che sia un caso?

venerdì 9 novembre 2012

08*COLPO DI MANO

La commissione bilancio si riunirà domenica alle 17 per decidere se procedere con le 24 ore e (come possiamo ben immaginare) con quasi assoluta certezza trasformerà il decreto in legge. L'educazione delle prossime generazioni passa al setaccio dagli uffici finanziari, dai bilanci e dai bilancini, dalle commissioni Economia che disattendono quello che dice la commissione Cultura, mentre il ministro Profumo si preoccupa di fare sviolinate, con una mano e con l'altra levare la sedia da sotto il sedere a chi vive, o sopravvive, il tempo scolastico. Non è possibile, allo stato delle cose, attendere lo sciopero del 14, del 16, del 17 o del 24. Sarà questione di ore, per questo è necessaria una immediata mobilitazione per "far vedere", soprattutto a Roma, che la scuola non può subire cambiamenti d'ufficio ma deve essere rifondata da chi ne fa parte e la vive ogni giorno.

mercoledì 31 ottobre 2012

07*NUMERI


Un collega insegnante di matematica e fisica ha semplicemente fatto due conti, sapendo di che cosa parla. Il calcolo è FATTO PER UNA CLASSE DI 25 ALUNNI di una scuola superiore.
Considerate che alle medie alcune materie, ad esempio la mia, hanno 9 classi. E considerate sempre che alcune classi superano ampiamente il numero regolamentare di 25 alunni.
"Quante ore fa davvero un docente? Un conticino che propongo al ministro Profumo.
Nella scuola italiana, ad una singola disciplina competono in media 3 ore settimanali di lezione, quindi il docente con 18 ore di cattedra ha di solito 6 discipline da insegnare. Ad esempio la cattedra di matematica e fisica allo scientifico comporta tre corsi di fisica e tre di matematica.

1. La grande maggioranza delle discipline richiede lo scritto: tre scritti a quadrimestre, per un totale di 3x6=18 compiti in classe a quadrimestre. Il compito va pensato, scritto, e stampato e gli esercizi verificati: non meno di un'ora di lavoro a compito, per un totale di 18 ore a quadrimestre per la preparazione. Consideriamo ora un numero di 25 alunni per classe, si avranno 18x25=450 elaborati da correggere a quadrimestre (900 all'anno!). Quanto tempo occorre per correggere un elaborato? Impossibile farlo in meno di un quarto d'ora, fra interpretare il lavoro dello studente, scrivere delle correzioni che siano proficue per il ragazzo, pensare al voto ed al giudizio e riportarlo sul registro. Facciamo il conto in minuti: 450x15=6750minuti = 112 ore.
Quindi considerato che in un quadrimestre ci sono 16 settimane circa, sommando le 18 ore per la preparazione dei compiti abbiamo 112+18=130, cioè 130/16=8 ore a settimana di lavoro a casa dedicato ai compiti in classe.

2. Veniamo alle lezioni. Possiamo stimare che in media due terzi del tempo in classe sia dedicato alla spiegazione ed un terzo alle interrogazioni. Avremo quindi 12 ore di lezioni frontali a settimana da preparare a casa. Quanto tempo occorre? La risposta varia molto a seconda dell'argomento, della materia, dell'anzianità del docente. Una media ragionevole potrebbe essere tre quarti d'ora di preparazione per ognuna delle 12 ore frontale, totale 9 ore a settimana.

3. Veniamo al ricevimento genitori: mediamente un'ora a settimana nella mia scuola, se contiamo anche i due pomeriggi pieni all'anno di quattro ore ciascuno.
Poi ci sono le ore da dedicare ai consigli di classe, ai collegi docenti, le riunioni dei dipartimenti, tempi quantificati dal contratto: sono 80 ore in tutto, vale a dire se dividiamo per i mesi dell'anno scolastico sono 10 al mese, cioè 2 a settimana o poco più;.

Il momento delle somme. Ore settimanali: 18 frontali + 8 compiti in classe + 9 preparazione + 1 ricevimento + 2 riunioni = 38 ore a settimana

Un docente con una classe di 25 alunni lavora 38 ore a settimana ed è pagato 1300 euro al mese (meno di 8,50 euro/ora di lavoro).

Chiaramente è una stima per difetto perché lascia fuori cento altre cose: gli scrutini (tre all'anno, esclusi dalle 80 ore di cui prima), le ore di buco che comunque vincolano a scuola, i 5 minuti prima dell'inizio della lezione in cui dev'essere in classe (moltiplicate per 200 giorni), il lavoro per scrivere i pagellini e scrivere le pagelle con le medie, scrivere i verbali delle riunioni, scrivere la programmazione ad inizio anno, scrivere il programma svolto a fine anno, scrivere le relazioni (una per classe e per materia), scrivere le relazioni per gli alunni che hanno i corsi di recupero, preparare e correggere i test per i corsi di recupero (sia primo che secondo quadrimestre), scrivere il documento della quinta classe per l'esame,scrivere i giudizi, uno per alunno, in quinta classe, correggere i test Invalsi, essere convocati dal preside, preparare e correggere i test d'ingresso per le classi prime e terze, e se si hanno alunni portatori di handicap o con Dsa, viene richiesto lavoro aggiuntivo per elaborare piani di studio personalizzati e riunioni del Glh.

Ed ancora: scrivere le presentazioni per gli alunni che vanno all'Università all'estero, fare gli esami agli alunni che sono tornati da un anno all'estero (con preparazione di altri scritti e relativa correzione), esaminare gli alunni che hanno chiesto trasferimento da un'altra classe o da un altro corso di studi, riunirsi per decidere di questi trasferimenti, incontrare fuori orario gli alunni di quinta per aiutarli a preparare la tesina per l'esame di stato, tenere aggiornato il registro personale, trascrivere le assenze degli alunni nei registri generali da usare in sede di scrutinio, preparare le esperienze di laboratorio e correggerle; e la lista, come ben sa ogni collega, è ancora molto lunga."

Non mi nascondo che nullafacenti e assenteisti esistono ovunque e dunque anche tra gli insegnanti, ma la maggioranza si dedica con professionalità, per non dire dedizione, al proprio mestiere. Come dice il proverbio, però: "fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce".

lunedì 29 ottobre 2012

06*GROSSETO


Traggo per intera da Orizzonte Scuola una lista di attività o, meglio, di non-attività intraprese da un Collegio Docenti di Grosseto. Mi pare l'orientamento condiviso in tutta Italia: ciò che non è corrisposto non è necessariamente dovuto. Può essere una buona linea d'intendimento per rivendicare posizioni e far vedere a tutti la propria situazione, al di là di quello che è stato scatenato dalla recente linea di governo sui temi della scuola. Ne suggerisco la lettura e la presa d'atto.

I docenti del "POLO LICEALE ALDI" di Grosseto autoconvocatisi in data 24/10/2012 dalle ore 14,30 alle ore 17,00 per discutere e approvare forme di protesta contro le misure ipotizzate e in via di approvazione della legge di stabilità, che ledono la dignità e la professionalità del corpo insegnante propongono quanto segue al Collegio dei docenti straordinario per eventuale delibera:

• sospensione dei viaggi di istruzione
• sospensione delle visite guidate
• dimissioni dei coordinatori di classe e segretari
• dimissioni dei docenti dalle funzioni strumentali
• sospensione delle attività inerenti ai dipartimenti disciplinari
• non adesione alle direttive inerenti alla somministrazione delle prove In.Val.SI
• sospensione delle Olimpiadi della Matematica, Fisica, Chimica, Certamina, Giochi di Archimede.
• sospensione dell'uso della LIM
• sospensione dei progetti con finanziamenti vincolati e con finanziamenti attinenti al FIS
• correzione pubblica dei compiti in piazza Dante per sensibilizzare l’opinione pubblica, spesso prigioniera di pregiudizi e falsamente informata
• eventuale correzione dei compiti e preparazione delle lezioni in classe

domenica 28 ottobre 2012

05*SIRACUSA

Giulio ha scritto un commento a cui faccio seguire un post, visto che gli sviluppi seguono l'incontro di venerdì. Due scuole di Siracusa hanno iniziato ad adottare concrete azioni in relazione agli ultimi avvenimenti, sospendendo le attività non didattiche delle loro sedi. Sarebbe opportuno capirsi su questo, perché alle parole al vento siamo abituati mentre alla perdita di tempo pure. Se per evidenziare una presenza attiva dei docenti oltre le 18 ore bisogna dimostrare che esistono altre ore di lavoro, allora ben vengano azioni pratiche che non inficino la didattica delle "ore" previste. Se, invece, le proteste vanno ad inficiare il buon andamento dei corsi disciplinari e il funzionamento della didattica, può darsi che si debbano prendere altre decisioni. Intanto a Siracusa due scuole (su non so quante) hanno iniziato ad evidenziare la questione, in maniera che anche altre persone, in vari modi legate alle scuole (famiglie dei ragazzi su tutti) si rendano conto delle falsità dette dai media nei giorni scorsi, ma anche negli anni trascorsi.

sabato 27 ottobre 2012

04*POST

Riporto un post tratto da Facebook (autore Mauro Buccheri), lo cito tra virgolette (e mi chiedo anche: come mai si insiste ad utilizzare solo quel canale per dirsi le cose?) perché siano chiare tutte le posizioni in merito alla questione per cui è stato aperto questo blog: "Se vogliamo fare “sapere” al Paese che noi insegnanti lavoriamo più di 18 ore (perché questo mi sembra uno degli obiettivi dell'iniziativa partita ieri), se vogliamo spiegare questa verità, assolutamente evidente per i docenti ma sconosciuta a gran parte dei non addetti ai lavori, credo che non dobbiamo provare a raggiungere questo obiettivo per vie burocratiche (anche perché non so quanto riusciremmo a convincere in tal senso un'opinione pubblica notoriamente depistata dall'alto). Se vogliamo cambiare la cattiva immagine della categoria diffusa a regola d'arte in questi anni dalle classi dirigenti di questo Paese (con un contributo non indifferente della stessa categoria, bisogna riconoscerlo) credo che dobbiamo farlo sul campo, e dare la prova di forza nei fatti piuttosto che attraverso proposte francamente assurde a mio avviso, come quella della “riscrittura del contratto di lavoro che quantifichi tutte le ore lavorate: dentro e fuori dalla scuola”. Una proposta che trovo assurda sia sul piano teorico, in quanto implica una tendenza aziendalista che mi sembra andare tutt'altro che controcorrente, sia sul piano pratico, dato che la quantità di lavoro che il singolo e irripetibile insegnante svolge a casa per ovvi motivi non può essere standardizzato o quantificato. Dare un segnale di forza come categoria vuol dire ricompattarsi nella lotta contro la deriva del sistema scolastico in atto, vuol dire opporsi radicalmente non solo all'ipotetico aumento delle ore di lavoro per docente (che sarebbe la pietra tombale sul precariato e sulla scuola stessa), ma anche alle Apree di turno e ai relativi tentativi di aziendalizzazione e privatizzazione delle scuola pubblica (e l'iniziativa di ieri in tal senso non mi pare proprio andare in questa direzione), così come vuol dire opporsi allo smantellamento del contratto collettivo nazionale di categoria (esigenza anche questa poco recepita da qual che mi pare di capire nell'iniziativa promossa ieri). Tutto questo è l'esatto opposto del fare la “guerra fra poveri”. Mi sembra poi contraddittorio che da un lato ci si lamenti – giustamente – della debolezza e dell'apatìa della categoria, e dall'altro si auspichi la costituzione di un “coordinamento nazionale che elabori dal basso” delle soluzioni. Per quanto riguarda i “sindacati”, è vero che i sindacati maggiormente “rappresentativi” solo dopo quattro anni si stanno decidendo a indire uno sciopero generale (di facciata quanto inutile) ed è ancora più vero che questi sindacati hanno contribuito attivamente ad affondare il Paese e la scuola pubblica. Il fatto che siano i sindacati più “rappresentativi” la dice lunga sulla difficoltà della categoria, su cui giustamente riflettiamo, ma non dobbiamo nemmeno fare l'errore di generalizzare e di cadere nel qualunquismo. 
Esiste infatti un sindacalismo di base, oggi in crescita di consenso e di risultati, che continua a contrastare la deriva in atto, opponendosi ai governi e ai sindacati filogovernativi, un sindacalismo di base che recupera la ragion d'essere del sindacato, strumento essenziale storicamente nella lotta dei lavoratori. Non è con lo spontaneismo o con la “rottamazione” aprioristica a mio avviso che si fanno passi avanti. Va bene rottamare ciò che non serve, o che addirittura risulta controproducente (il collaborazionismo), ma di un sindacato di base conflittuale che organizzi e raccordi le lotte sacrosante dei lavoratori sul territorio credo ci sia assoluta necessità. E il sindacato conflittuale è il sindacato dei lavoratori, non dei burocrati, è il sindacato di quelli che – giusto per riferirmi al nostro comparto – “conoscono la scuola”."

(Repubblica, Palermo)


(L'articolo di Salvo Intravaia che testimonia l'incontro avvenuto ieri a Palazzo delle Aquile, a Palermo)